Un Pino da inquadrare
La pianta, un magnifico pino Silvestre, venne raccolta molti anni fa, più di 12 per l’esattezza, lungo un sentiero collinare in zona Vittorio Veneto denominato collina delle “Perdonanze”.
Scorrazzavo già a piedi lungo quei sentieri e mi colpì subito questo pino che, grazie alla sua corteccia rugosa, nonostante la pianta non fosse vecchia, dimostrava virtuosità e saggezza.
Decisi di programmare l’espianto verso l’imbrunire, per avere maggior tranquillità.
Erano le mie primissime esperienze di raccolta Yamadori ed ancora non sapevo bene le procedure per una tale operazione.
Ricordiamo che l’espianto in natura deve sempre essere autorizzato dagli enti preposti (Forestale, Provincia, Ente parco ecc.)
Fondamentale, per assicurare maggiori probabilità di sopravvivenza, è preservare il più possibile il pane radicale.
Per via delle sue dimensioni e per agevolare il trasporto la pianta venne capitozzata sul posto.
Venne posta in un ampio contenitore con idoneo terriccio.
Questa fu la sua dimora per un paio di anni per poi venir rinvasata per iniziare a pensare al suo futuro.
Non riuscendo a trovare una forma che mi desse soddisfazione, il pino Silvestre rimase nel suo vaso per ancora molti anni, nei quali rinforzò i rami e la vegetazione.
Nel dicembre 2021 mi decido a prendere in mano la situazione e, memore di alcuni esperimenti visti al BONSAI CLUB CONEGLIANO, decisi che era arrivato il momento di darci un “taglio” ed una “curva” con l’aiuto di angelo l’attuale presidente.
Da qui venne lo studio su come orientare il fronte e come curvare il tronco.
Lavori di fessurazione del tronco per poterlo “piegare”
Avvolgimento del tronco con tessuto per evitare che le fibre si rompano
Mediante l’uso di un cricchetto agevoliamo la piegatura del tronco
Nuova impostazione e nuovo stile per questo magnifico Pino


